Storia e storie della biblioteca del seminario vescovile di Rovigo

Quella che segue è una versione aggiornata di un articolo uscito sulla rivista REM nel giugno 2019. Questa riscrittura, oltre a qualche modifica al testo (sono pur sempre passati sei anni), contiene una galleria immagini più ampia di quelle inevitabilmente selezionate per la pubblicazione. Le foto sono tutte mie e si possono rubare liberamente per altri usi.

La biblioteca del seminario, un archivio di tesori e storie

Aveva 14 anni, Bruno Cappato, quando iniziò a trascorrere del tempo al seminario con don Aldo Balduin, catalogando l’immenso tesoro della biblioteca del seminario. Probabilmente non si rendeva conto di stare curando un archivio bibliografico quasi unico al mondo. Né, tanto meno, che un giorno di quella biblioteca sarebbe stato il direttore.

La biblioteca del seminario vescovile è un archivio di preziosi tesori, custoditi nelle ampie stanze del complesso di via Sichirollo. Contiene qualcosa come 140.000 volumi dal Quattrocento ad oggi, decine di migliaia di libri provenienti da collezioni di tutte le epoche.

Don Bruno Cappato

Don Bruno Cappato, già storica guida del periodico diocesano La Settimana e di Radio Kolbe (oggi Radio Kappa), oggi dirige la biblioteca del seminario, affiancato da una figura eccezionale come Adriano Mazzetti, studioso, docente, scrittore, già direttore dell’Accademia dei Concordi.

Con la biblioteca don Bruno ha una frequentazione di vecchia data: “Ho lavorato alla biblioteca già in seminario, e già allora mi occupavo della catalogazione, che allora avveniva in formato cartaceo”.

Libri (e non solo) unici al mondo

Il vecchio archivio cartaceo è di per sé un cimelio prezioso quanto i libri che censisce. Schede accuratissime, che raccolgono non solo i titoli, ma i dati anagrafici di autori e traduttori, e consentono di trovare i libri con ricerche diverse, un po’ come avviene oggi con i database informatici. “C’erano solo tre biblioteche al mondo a realizzare le schede in questo modo, molto laborioso, poiché presupponeva che i libri venissero letti, prima di essere catalogati – racconta Adriano Mazzetti -. Oltre a noi, la Biblioteca Vaticana e quella del Congresso di Washington, che poi hanno smesso. Di fatto, fino al 1990 siamo stati l’unica biblioteca del pianeta a mantenere questo metodo. Poi siamo passati al Sistema bibliotecario provinciale”.

Adriano Mazzetti

Oggi, attraverso la rete delle biblioteche polesane, sono accessibili circa 50.000 opere delle 140.000 di via Sichirollo. Un tesoro che si arricchisce di anno in anno di migliaia di nuovi volumi. Ci sono molte collezioni, come quella del filosofo Armando Rigobello, 7.000 libri donati dopo la sua morte. E ci sono le centinaia di “cinquecentine”, che la biblioteca ha censito in un catalogo realizzato con metodo rigoroso, un lavoro durato anni: “Non solo la descrizione del libro, ma una ricerca anagrafica sui possessori, oltre che sugli autori”, racconta Mazzetti.

Qui sono conservati anche decine di incunaboli del Quattrocento, preziosi “pionieri” della stampa a caratteri mobili. “Sono i libri bambini, i primi libri della storia”, racconta don Bruno.

Tra i tesori della biblioteca, un dizionario inglese appartenuto al sovrano Enrico VIII e una prima edizione de L’Orlando Furioso, di cui esistono appena 13 copie al mondo, così preziosa, da essere oggi custodita in una cassetta di sicurezza in banca.

La specializzazione di questa biblioteca rodigina è naturalmente nelle opere di teologia, filosofia, spiritualità e storia della Chiesa, ma c’è anche tanto materiale sulla storia locale del Polesine. (…)

La storia della biblioteca del seminario di Rovigo

La storia della biblioteca inizia verso la fine del Settecento, quando il seminario si trasferisce dall’antica sede vicino al Duomo in un nuovo edificio, nell’attuale via Sichirollo, che oggi ospita l’Archivio di Stato.

E’ una vera e propria “rivoluzione” del seminario, voluta dal vescovo Arnaldo Speroni degli Alvarotti, che non si limitò a farne edificare le mura ma a farne un luogo di studi ad ampio raggio, con una biblioteca vera e propria.

L’ex monaco benedettino, proveniente da una famiglia altolocata di Padova, finanzia l’opera, mettendo all’asta una tabacchiera d’oro avuta in dono dai familiari. Contribuirà anche con un lascito di ben 7.000 libri.

L’ingresso della biblioteca
Il seminario di Rovigo

Negli anni Sessanta del secolo scorso, la biblioteca viene trasferita assieme al seminario in viale Tre Martiri, presso quella che oggi è la cittadella sanitaria. Lì viene realizzato il castello librario, ma la collocazione non si rivelerà felice: pochi anni dopo, ai seminaristi subentrano gli allievi della scuola per Finanzieri e il seminario viene spostato nell’ex collegio Angelo Custode, ancora in via Sichirollo. Così la biblioteca perde gradualmente il contatto con il pubblico.

Una svolta avviene a metà degli anni Duemila, con il restauro dell’ex complesso dell’Angelo Custode, che crea nuovi spazi per la redazione de La Settimana, per gli studi di Radio Kolbe (oggi Radio Kappa) e finalmente anche per la biblioteca. Arriva qui nel 2008, per opera non solo di don Bruno, ma soprattutto di don Bernardino Merlo, che purtroppo muore prima di poter prendere in mano il progetto.

Un archivio vivo e vitale della memoria

Percorrendo gli ampi e luminosi corridoi, si incappa anche in una stanza arredata con mobili austeri: è l’inestimabile archivio della diocesi, che conserva documenti interessanti e utili, come i certificati di battesimo. “In questi anni è molto richiesto, ad esempio, dai discendenti di polesani emigrati in Brasile, per poter ottenere la doppia cittadinanza”, racconta don Bruno.

Ma tutta la biblioteca è un archivio vivo e vitale, una miniera in cui si scava incessantemente, per riportare alla luce storie e vicende che ci riguardano.

“Cerchiamo di creare qualcosa di vivo per il territorio, ad esempio coinvolgendo le scuole ed i ragazzi – racconta don Bruno – Noi abbiamo una cosa unica: possiamo far vedere ai ragazzi il percorso della parola, dalle pergamene e dai primi scritti amanuensi fino alla stampa, e infine alla radio e ai nuovi strumenti di comunicazione”.

Scavando nella miniera di storie, si trovano vicende sorprendenti. Quest’anno, ad esempio, alcuni studenti del liceo classico “Celio” hanno ricostruito le interessanti vicende della comunità trentina a Rovigo, il cui esponente più celebre fu don Antonio Rossaro, direttore de La Settimana, divenuto celebre dopo la Grande Guerra per l’ideazione della “campana della pace” di Rovereto.

E’ questo il tesoro della biblioteca del seminario, dice don Bruno: conserva una memoria fatta di memorie e storie, da cui è possibile leggere e rile­ggere la Storia da punti di vista spesso sorprendenti.

Sono venute alla luce, ad esempio, le lettere di circa 300 preti e seminaristi, mandati al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, e un diario di prigionia in Ungheria. In questa biblioteca è nata anche la biografia di don Costante Businaro, parroco di Polesella, che partecipò alla spedizione dei Mille assieme a Garibaldi e che, durante la disastrosa alluvione del 1882, trasformò la chiesa in una grande casa per la popolazione sfollata. Qui sono custoditi i libri di monsignor Giacomo Sichirollo, che non solo leggeva anche Marx ed Engels, ma annotava critiche e riflessioni sulle loro opere.

E ci sono anche curiosità, come una serie di pubblicazioni sulla storia delle ferrovie italiane, con un’ampia documentazione fotografica, che sono state protagoniste di una mostra a Verona.  I corridoi della biblioteca e la redazione de La Settimana, infine, ospitano anche alcune delle 180 opere lasciate in eredità alla curia da don Alfredo Pavan: dipinti di Bruno Guidi, Ugo Boccato, Tono Zancanaro e di molti altri.

Creare una simile biblioteca ha richiesto organizzazione, la realizzazione di un enorme castello librario, la climatizzazione delle sale e la sistemazione degli spazi, perché non collassassero sotto il peso dell’enorme mole di materiale. Il futuro è sempre appeso ad un filo. “In molti oggi decantano la cultura, ma per sostenerla occorrono investimenti – conclude don Bruno -. Senza personale e senza strumentazioni adeguate, la cultura alla fine si perde, finisce tra le ragnatele”.

La biblioteca su REM e REM in biblioteca

L’articolo originale uscì sul numero di REM nel giugno 2019. In quella occasione, abbiamo organizzato una presentazione della rivista proprio alla biblioteca del seminario di Rovigo, come ho raccontato qui. Un’occasione non solo per sfogliare il nuovo numero, ma per visitare la biblioteca e vedere da vicino alcuni libri preziosissimi, come la editio princeps de L’Orlando Furioso custodita a Rovigo.

Un’iniziativa molto affine allo spirito di REM, rivista non solo di parole, ma di attivismo culturale anche nei luoghi della cultura. Attraverso un articolo, abbiamo fatto incontrare le persone e toccare con mano un luogo incantevole della città a persone che spesso non l’avevano mai visitato prima. (Qui sotto un paio di foto di quell’evento).

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