Lo scorso 25 settembre ho presentato il libro “Arcipelago innovazione. Il futuro nelle nostre mani” in un evento dell’Università popolare polesana all’interno del Festival del CUR di Rovigo. Il libro esplora, s’è capito, il tema dell’innovazione, ma è così denso che ogni capitolo potrebbe benissimo essere un libro a sé stante.
La conversazione con il professor Panzarani, dunque, è stata una vera e propria navigazione attraverso questo arcipelago, sfiorando le molte isole di cui è composto e lasciandosene incantare. Come bussola abbiamo usato alcune parole chiave, in parte scelte da me, in parte chieste al pubblico prima di iniziare. Con questa mappa abbiamo attraversato la vastità di campi in cui l’innovazione sta cambiando la società e la vita quotidiana di tutti.
Creatività. “Il futuro della economia si basa sulla creatività – dice Panzarani -. Questo passa attraverso la costruzione di ecosistemi in cui fioriscono le idee, ossia organizzazioni pensate per favorire lo scambio e la collaborazione”.
Lavoro. Fare innovazione significa cambiare il modo di pensare l’impresa e il modo di lavorare: “il lavoro cambia con nuovi ruoli e nuove competenze, ma anche con una diversa visione in particolare dei giovani, che cercano uno scopo nel lavoro. Anche l’imprenditore deve confrontarsi con un mondo che è cambiato, in cui la competizione non è più solo locale ma globale”.
Il cambiamento sta già avvenendo anche in Italia e Panzarani ha elencato i numerosi esempi di realtà virtuose in questo campo come HFarm in Veneto o la Motor Valley in Emilia.
Sostenibilità. L’altro elemento con cui chi fa innovazione deve confrontarsi è la sostenibilità, indispensabile in un contesto di crisi climatica: “Questo sia perché ogni innovazione dovrà essere sostenibile, sia perché l’economia circolare ridisegna le catene di produzione e il modello di consumo. Ma la sostenibilità non è solo ecologica, è sociale riguardo il lavoro. Si tratta di una questione non solo etica ma produttiva”. Innovazione è anche innovazione sociale, a partire dalla relazione tra le istituzioni e i cittadini, che nel nuovo contesto si prendono sempre più cura della comunità.
Nuove tecnologie. E poi c’è il tema della tecnologia, che vede nell’ intelligenza artificiale la questione emergente: “Ogni giorno escono 240 articoli sull’intelligenza artificiale. La grande interesse ma anche preoccupazione su come gestirla e controllarla. Ancora non è possibile capire quanti posti di lavoro saranno sostituiti dall’intelligenza artificiale, mai certo che cambierà il panorama del mondo del lavoro”.
Certo, l’innovazione tecnologica ha anche un lato oscuro, come ha commentato in un intervento il professor Guido Santato. E’ quello delle tecnocrazie che sfruttano le tecnologie per arricchire smodatamente sé stesse, sostenere le guerre e inquinare il pianeta. Ma il problema non è l’innovazione: è la capacità di governarla e metterla al servizio di un’idea di società.
L’ultima parola con cui ci lasciamo è Speranza. Si prova ad essere ottimisti, se non con l’intelligenza, almeno con la volontà. L’innovazione tecnologica potrebbe offrire soluzioni a molti problemi che affliggono la nostra epoca. Come dice Panzarani, il futuro è nelle nostre scelte, nelle nostre mani.




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