Le 5 colonne sonore di film da ascoltare una volta nella vita

Ci sono almeno cinque colonne sonore di film che adoro alla follia e che stanno – nel mio ormai ideale espositore di Cd preferiti – insieme agli artisti che amo di più.

Del resto, quando penso alle mie colonne preferite, non c’è nulla dei pur classicissimi Hans Zimmer o John Williams o di Danny Elfman, o per stare dalle nostre parti il sommo Ennio Morricone o Nicola Piovani per dirne giusto alcuni.

Queste hanno (quasi) tutte in comune di essere l’opera estemporanea di musicisti famosi, che cimentandosi come compositori di colonne sonore hanno saputo sperimentare in modo radicale nuove idee e perfino nuovi generi. Ve le elenco in ordine di venerazione.


1. Neil Young: “Dead man” di Jim Jarmusch

E’ indiscutibilmente una delle colonne sonore più allucinanti e oniriche della storia del cinema, quella creata da Neil Young per “Dead man” di Jim Jarmusch. In questo western allucinato in bianco e nero, il viaggio del protagonista (Johnny Depp) è accompagnato da un tappeto sonoro fatto solo dalla chitarra sporca del cantautore canadese.

Attorno al bellissimo tema principale Neil Young qui crea infinite varianti, che sono letteralmente improvvisate attorno a ciò che accade nel film. Ascoltare l’intera colonna sonora è un’esperienza stralunata e certo non di puro intrattenimento, ma resta la colonna sonora più geniale di sempre.


2. Wendy Carlos: “A clockwork orange” di Stanley Kubrick

Kubrick ama la musica classica, ne fa abbondante uso nei suoi film e “Arancia meccanica” ha in Beethoven una presenza costante (e cruciale) in tutta la trama.

Qui però Wendy Carlos (all’epoca Walter) trasfigura la musica classica attraverso quelli che ai tempi erano gli strumenti più avanzati per la creazione di musica elettronica: ne nasce qualcosa di completamente nuovo, in linea con quegli anni di infinita sperimentazione musicale in tanti generi. Basti l’apertura con i sintetizzatori che ricreano la versione elettronica di un’orchestra, in pendant con l’ambientazione futuribile della storia.


3. Peter Gabriel: “The last temptation of Christ” di Martin Scorsese

Gabriel si era già cimentato con la colonna sonora di “Birdy” di Alan Parker, sostanzialmente una rivisitazione strumentale di suoi brani già comparsi negli album.

Per “L’ultima tentazione di Cristo” dà vita a una cosa tutta nuova e che costituisce un eccellente antipasto di ciò che diventerà Gabriel negli anni Novanta con l’album “Us” e poi a inizio millennio con “Ovo”: un colorato ibrido di musiche tradizionali del mondo (qui Africa e Medio Oriente) fuso con sintetizzatori ed elettronica, capace di toccare vette di pathos come i migliori momenti della produzione di Gabriel.


4. Vangelis: “Blade runner” di Ridley Scott

Che musica si ascolterà mai nella Los Angeles futura di “Blade runner”?

Probabilmente qualcosa di simile alla visionaria colonna sonora di Vangelis, cupa, sintetica ed epica come appare la città nelle scene di apertura, un melting pot musicale che ben si sposa con il melting pot dei viali affollati e piovosi in cui si muove il protagonista.


5. John Carpenter, “1997. Fuga da New York”

John Carpenter non è ascrivibile alla lista dei musicisti famosi, ma vale la pena ricordare che il regista americano ha composto ed eseguito da sé le proprie colonne sonore in più occasioni.

Tra tutte la più celebre e suggestiva è quella di “1997. Fuga da New York”, che accompagna il viaggio all’inferno di Jena Plissken con le note cupe e laconiche di un sintetizzatore.

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