Letture: “Diario di un obiettore” di Enzo Bellettato

Questo è un libro che mi è particolarmente caro, perché con Enzo Bellettato ho condiviso in almeno due o tre occasioni incontri in cui parlare dell’obiezione di coscienza e del servizio civile.

Rodigino come me, Bellettato è un ex insegnante, ma soprattutto una di quelle figure della mente vulcanica e vivace, che contribuiscono in molti modi alla vita della città. È da sempre uno dei pilastri del Gruppo Astrofili Polesani, oltre che ottimo divulgatore con diverse associazioni.

Ed è una figura molto importante nella storia dell’obiezione di coscienza. Il suo rifiuto della leva militare nel 1968 diventerà un caso mediatico, ma non solo: getterà le basi per l’abolizione (con una storica sentenza della Corte Costituzionale) dell’assurdo divieto di parlare degli obiettori di coscienza, che all’epoca costava anche ai giornalisti una denuncia per apologia di reato.

Bellettato in questo suo “Diario di un obiettore” racconta questa sua vicenda personale, che in realtà è una grande storia. Lo fa con semplicità e con simpatia. Lo fa anche con umiltà e intelligenza.

La sua oltretutto è una storia particolare: rifiuta il militare dopo averlo già iniziato, convinto già dalle prime settimane di naja e quello che sta sperimentando non è compatibile con i suoi valori di cattolico e di cittadino. Che la leva militare sia, nelle sue parole, “violenza legalizzata e istituzionalizzata” e che “di fronte al male, tacere vuol dire collaborare”.

Bellettato rifiuta il servizio militare, è bene ricordarlo, in un periodo in cui il servizio civile come lo abbiamo conosciuto non esisteva ancora e dunque obiettare portava dritti in carcere.

“Diario di un obiettore” ci racconta la naja e la sua assurdità, il percorso interiore con cui Bellettato matura la scelta di strapparsi le stellette, la condanna al carcere, ma anche i risvolti del suo gesto. Introdotto da Mao Valpiana, contiene anche un utile riassunto della storia dell’obiezione di coscienza in Italia.

È uno di quei cattolici che hanno contribuito a cambiare la storia d’Italia in meglio, mostrato il volto migliore della fede religiosa, testimoniato che per fare progredire in meglio la società servono sempre gli anticonformisti, i coraggiosi, quelli capaci di andare controcorrente in nome di valori etici più forti delle leggi dello Stato.

Come tutte le storie di obiezione di coscienza, testimonia che il cambiamento non parte dalle folle, ma dalle scelte individuali di tutti noi.

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