Otto frasi stupide che è d’obbligo pronunciare se c’è sciopero

Anche in occasione di questo sciopero ho letto le stesse cagate che sentivo dire non solo allo sciopero scorso, ma pure a ritroso in tutti gli scioperi di cui ho sentito parlare da quando avevo 15 anni.

E’ un po’ troppo per la mia pazienza e sicuramente è una valida ragione per non rispondere in modo argomentato e puntuale ad espressioni verbali che hanno lo stesso valore semantico di una bestemmia durante una partita di briscola.

Mi sembra più utile, invece, censirle. Un po’ per i più giovani, che magari da queste flatulenze verbali potrebbero essere ancora colti in contropiede. Un po’ per gli autori, quanto meno come invito: se non potete smettere di dire cazzate, perché non provate almeno a tirarne fuori di nuove?

1. “Non sanno neanche perché scioperano”

Questa la sento dire da quando andavo alle superiori. Pronunciata sovente da persone che non hanno mai sfogliato un quotidiano nell’ultimo quarto di secolo e che, quando vanno a votare, votano per quello che urla più forte nei talk show, anche se gli ha promesso 38 volte di abolire le accise sulla benzina e non l’ha mai fatto.

2. “Ci sono motivi migliori per scioperare!”

Questa esclamazione a volte prevede anche un elenco di motivi migliori potenzialmente infinito: la povertà degli italiani, il crollo del potere d’acquisto, i costi delle autostrade, gli obblighi vaccinali, il caro ombrellone, i cani abbandonati, ecc. ecc. Ad affermarlo con assoluta sicumera sono di solito persone che non hanno mai scioperato in vita per qualsiasi motivo.

3. “Ci sono tante guerre nel mondo, perché questa?”

Frase molto à la page nel caso delle recenti manifestazioni per il massacro di Gaza, ma buona per tutte le iniziative contro qualche guerra. Infatti la stessa persona probabilmente l’ha pronunciata a suo tempo anche verso quelli che organizzavano iniziative sulla guerra in Siria o su quella in Ucraina, su quella in Iraq o su quella in Afghanistan. Non si sa in base a quale classifica l’autore di questo proclama mondialista deliberi quali guerre meritino di essere oggetto di scioperi, ma va da sé non lo si è mai, mai e poi mai visto ad alcuna iniziativa contro qualsiasi guerra sul pianeta Terra.

4. “Perché non scioperate per i diritti degli italiani?”

L’invito un po’ malizioso è espresso d’abitudine da persone che per i diritti degli italiani comunque non si sognerebbero mai scioperare (infatti non l’hanno mai fatto), che non manifestano mai perché lo ritengono ridicolo e che in genere non fanno nulla più che latrare dal divano contro la televisione accesa su Rete 4 o commentare con frasi fatte le notizie sulle pagine Facebook dei quotidiani locali, inseguendo vanamente il sogno di essere invitati prima o poi in un talk show.

5. “Fannulloni, vadano a lavorare!”

L’invito molto brutale e un po’ retorico è tipicamente espresso da quelle persone che trascorrono più tempo da nullafacenti al bar, che sul posto di lavoro. Dove del resto fanno meno danni quando mancano, che quando sono presenti.

6. “Non si può creare disagio a chi lavora”

In molti casi arricchita dalla puntualizzazione che chi lavora è “un padre di famiglia”, anche questa discutibile affermazione proviene in genere da persone che hanno una cognizione piuttosto vaga di cosa significhi lavorare. Si tratta di intrepidi pronti a prendere le difese (ma solo in queste circostanze) dei poveri operai o delle misere partite IVA, ignorando che operai e partite IVA in quel momento sono in mezzo ai manifestanti.

7. “Queste manifestazioni non servono a nulla!”

Anche questa un’asserzione abbastanza vintage, nonché laconica. Ci sono certamente dozzine di alternative più efficaci dello sciopero per cambiare il mondo, ma l’autore della frase, anziché svelarle, per modestia le tiene gelosamente custodite tra i segreti più cari. Chissà cosa ci perdiamo!

8. “Perché non se la prendono con i politici?”

Solitamente gli autori di questa bellicosa dichiarazione di guerra alla politica arringano le folle dal divano di casa, con il termosifone puntato a 25 gradi. Loro hanno in mente tutta una serie di atti di sanguinaria violenza, tipo assaltare il Parlamento, oltre a raffinate torture a cui sottoporrebbero volentieri i politici che odiano. Ma poi, se incontrano un parlamentare da solo per strada in un vicolo buio, chinano il capo e tirano dritto, bofonchiando delle cose incomprensibili rivolte ai propri piedi.

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