Sempre sul vecchio blog di REM, molto tempo fa, avevo scritto di alberi. Un po’ come per i luoghi di Rovigo, non ero andato in cerca degli alberi spettacolari, ma degli alberi “anonimi”, con una storia alle spalle. Qui ripropongo quell’articolo, profondamente riveduto fino a farne di fatto un articolo tutto nuovo, perché gli alberi crescono e, in alcuni casi… vengono tagliati.
L’albero di Mariangela
In una rubrica normale avrei dedicato un capitolo alla storia degli alberi secolari, che in Polesine non mancano. Dal platano di San Rocco a Lendinara alla defunta quercia di San Basilio, questi alberi sono veri e propri monumenti, pieni di Storia.
Raramente, invece, si racconta qualcosa di un albero appena nato o di un albero qualunque. A Rovigo ce ne sono diversi, ciascuno con una storia (con la S minuscola).
In Tassina, alcuni anni fa, cresceva un intero boschetto di alberi piantati da un gruppo di volontari: ciascuno portava il nome di una bambina o di un bambino, inciso su una targhetta di legno. Oggi quel boschetto non esiste più. Al suo posto c’è il bel parco intitolato a David Sassoli. Alcune delle piante al suo interno sono superstiti di quel bosco urbano e fino a qualche anno fa le targhette di legno, ormai illeggibili, erano ancora attaccate ai rami.
Fortunatamente altri boschi, nel frattempo, stanno crescendo soprattutto fuori città, specie grazie all’impegno di associazioni come il WWF di Rovigo e Il Tarassaco.


Alberi come lapidi
Poi ci sono gli alberi dedicati a chi non c’è più. Ne ho in mente due in particolare, legati ad amici scomparsi.
Al parco Langer fu piantato un ciliegio per ricordare Marco Zennaro, avvocato, poi simpatico panettiere nella bottega di famiglia, attivista, una di quelle “persone comuni” a cui molti (compreso il sottoscritto) erano profondamente affezionati. Confesso che andavo a prendere il pane della sua bottega in via Angeli più per le belle chiacchiere che scambiavamo, che per il pane stesso. E’ scomparso troppo giovane qualche anno fa, mi sembra nel 2015. La sua storica panetteria, ormai chiusa e buia, è ancora visibile sotto a Palazzo Oliva.
A Marco Boscolo, presidente di Legambiente, ingegnere, anch’egli brillante attivista, è intitolata una quercia nel parco della scuola materna di San Pio X: Marco, infatti, ci ha lasciati nel 2017. Oltre a molte manifestazioni in città, abbiamo condiviso anche bellissimi incontri nelle scuole, in particolare con le classi dei geometri, per far comprendere come la progettazione degli edifici potesse avere un impatto positivo sull’ambiente.
Il ginko di parco Lisieux
Al parco Lisieux (ossia i giardinetti lungo la circonvallazione Ovest), una pianta di Gingko Biloba fu piantata da volontari di diverse associazioni, per ricordare Mariangela Baratella, anche lei scomparsa troppo presto nel settembre 2014. Mariangela era una di quelle persone comuni, che riescono tuttavia a lasciare un segno profondo nella comunità in cui vivono. Ex maestra elementare, impegnata in varie associazioni locali, assieme al marito Enzo Bellettato è stata fondatrice del Gruppo Astrofili Polesani. Ha speso la grande passione per la botanica nel Wwf di Rovigo.
Va ricordata anche la sua presenza nell’ambito di “Ande Canti e Bali”, il festival rodigino delle tradizioni musicali. Il mio ricordo più nitido di lei è ad una manifestazione per l’ambiente ad Adria, a cui aveva portato con sè l’inseparabile fisarmonica. Infine, la ricordo come attivista del gruppo Zitte Mai. Ma andrebbe raccontata per una miriade di attività, dalle lezioni dell’Università Popolare ai laboratori per bambini, dagli spettacoli agli incontri alla scoperta delle piante selvatiche.
Proprio come le piante che crescono sugli argini e ai bordi delle strade, Mariangela era una persona comune, ma dalle grandissime virtù. Un ginko, capace di crescere con pazienza e per secoli, in fondi è il miglior monumento possibile per ricordarla.
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