Letture: “Quando qui sarà tornato il mare” di Moira Dal Sito

Mi sono accorto che non ho mai recensito qui un libro abbastanza importante, che pure ho citato più volte. E che è stato di ispirazione – assieme al romanzo “Qualcosa, là fuori” di Bruno Arpaia (ne parlo la prossima settimana), per il racconto a puntate “La frontiera sommersa“.

“Quando qui sarà tornato il mare” del collettivo Moira Dal Sito nasce da un progetto particolare: un laboratorio di scrittura coordinato da Wu Ming 1 alla biblioteca “Mario Soldati” di Ostellato (il nome del collettivo è chiaramente l’anagramma dello scrittore).

Il surriscaldamento globale ha effetti locali

Un cospicuo numero di episodi di cronaca – tra le più recenti l’alluvione che ha sconvolto l’Emilia-Romagna nel 2023 – mostra bene come il surriscaldamento globale si traduca in una miriade di catastrofi locali. E il nostro sostanziale menefreghismo rispetto a una questione planetaria comporti conseguenze molto concrete per la nostra vita quotidiana, qui, ora.

Questo libro è uno dei pochi esempi italiani ad immaginare il nostro paese sconvolto dal cambiamento climatico e dall’innalzamento del livello del mare. Wu Ming 1 e il suo collettivo scelgono un territorio – il Delta del Po ferrarese in cui l’autore è nato – per raccontare la lotta dell’uomo contro l’avanzare delle acque.

Quale territorio migliore per rappresentare mille territori alle prese con cambiamenti oggi inimmaginabili? Le vicende storiche di queste comunità di frontiera tra terra e mare sembrano già raccontare un destino. Crediamo di avere vinto la secolare lotta contro le acque del mare e delle paludi, ma non ci siamo resi conto che è stata solo una breve pausa. Un domani il mare si riprenderà tutto, come dice il titolo.

Quando le acque avranno vinto

E allora come sarà nuovamente sconvolto il basso ferrarese nei prossimi 80 anni, quando il mare scavalcherà le dune costiere e si riprenderà le antiche valli?

I racconti di questo libro immaginano storie dei futuri abitanti di queste terre, scegliendo uno schema analogo alle sognanti “Cronache marziane” di Ray Bradbury. Si parte nel presente e, di vicenda in vicenda, si esplora il territorio mentre cambia nel corso degli anni, fino ad approdare in un futuro più remoto, quando l’acqua è tornata, le comunità sono di fatto divenute isole, la geografia che oggi conosciamo è irriconoscibile. E anche gli esseri umani non sono più quelli di un tempo.

Davvero facciamo fatica a immaginarci un Delta del Po sommerso dalle acque? Forse dovremmo leggere il libro di Moira Dal Sito, avendo in mente e negli occhi l’isola della Batteria, al largo di Porto Tolle. Le sue case, un tempo abitate, oggi sprofondano nel mare. I suoi campi sono lagune. Poco più a sud, vecchi magazzini di riso marciscono immersi nelle acque della Sacca degli Scardovari. Sono vittime del bradisismo, ossia lo sprofondamento dei terreni, catastrofe 100% umana causata dall’estrazione di metano dal sottosuolo.

Una piccola Apocalisse che il Delta ha già vissuto e di cui mostra ancora le ferite. E’ probabilmente un anticipo del futuro che lo aspetta.

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