Un piccolo viaggio alla scoperta di Selvazzano Dentro

Per Selvazzano Dentro servirebbe un’operazione narrativa analoga a quella che abbiamo fatto io e Cristina Sartorello con “Un’altra verità“.

Come capita in molti piccoli comuni della provincia veneta, specie di quella più urbanizzata, non ti accoglie con l’abbraccio di un antico centro storico, ma con strade dritte, le consuete rotatorie, bar e negozi affacciati sul corso principale. La chiesa là, il municipio qua, il bar centrale, il forno che ispira bontà, qualche bellezza artistica imboscata nei paraggi. Tutto intorno, probabilmente, il solito frattale di villette a schiera e palazzine, quasi quartieri satelliti della Città del Santo.

L’impatto non è molto diverso da un’incursione nel Delta del Po: piccole cittadine che apparentemente non hanno molto da dire e da raccontare, se non le storie preziose di chi le abita. E cose incantevoli che richiedono di essere cercate nei dintorni. Oppure evocate con l’immaginazione.

Chissà, un giorno magari qualcuno inventerà davvero un bis de “Un’altra verità” dedicato a Selvazzano, magari partendo da qualche scatto, capace di cogliere dettagli che scatenano l’immaginazione, come quelli di Cristina.

Nella biblioteca di Selvazzano Dentro

In questo agglomerato di cose che si accalca attorno alla via, spicca proprio il bel palazzo Maestri, sede della biblioteca “Melchiorre Cesarotti”. Dove, appunto, fino al 24 aprile è esposta la mostra “Un’altra verità” (lo dicono anche qui) in un’ottima sala esposizioni, sotto il cui pavimento si possono osservare i resti di una pieve ottocentesca.

Ma la vera meraviglia è la biblioteca. Nel poco tempo che ci ho trascorso sabato 5 aprile, in occasione dell’inaugurazione della mostra, ho visto un viavai incessante di adulti e soprattutto bambini, che si rivolgevano alla cortese bibliotecaria per restituire e/o prendere in prestito libri. Gironzolando per le sale ho incontrato silenziosi universitari e più caciaroni studenti delle scuole medie, che il sabato mattina si incontrano qui per fare ricerche o studiare.

Questo, più ancora della bellezza delle sale e della quantità di libri a disposizione, mi ha fatto immaginare che questa spettacolare biblioteca del piccolo comune sia il cuore della comunità. O quanto meno un luogo vivo, vitale, capace di accogliere e creare relazioni, oltre che bello e luminoso.

Se fate un giro da quelle parti, oltre a visitare la mostra, godetevi l’atmosfera del posto, ritrovando la capacità di immaginare un mondo in cui si investe nei piccoli luoghi che fanno vivere un territorio, anziché nelle grandi opere che lo spolpano e divorano.

Aggiornamenti sulla mostra “Un’altra verità”

La mostra sarà esposta a Palazzo Maestri fino al 24 aprile, liberamente visitabile nella sala “Vittorio De Zanche”. In questo allestimento, più arioso e ricco dei precedenti, troverete anche mappe e cimeli legati al papà di Cristina e al suo lavoro nel Delta del Po.

Abbiamo progettato la mostra come una piccola escursione, tappa dopo tappa, in un altro Delta del Po, sospeso tra realtà e follia, ricordi e visioni.

Segnalo un articoluzzo sul Rovigo News, che annuncia la mostra e si può leggere qui.

Cristina è stata ospite lunedì aprile del frizzante programma “Le 7 suonate” con Manola Borgato, in diretta su Radio Kappa. Potete ascoltarla a questo link.

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