Lo scrittore francese Robert Antelme scriveva del silenzio sull’orrore di Auschwitz: “Si possono bruciare bambini senza che il cielo si muova”.
E’ difficile trovare non solo un senso in quello che sta succedendo a Gaza, ma perfino le parole. In queste settimane, tra noi che lavoriamo a Zico e al cinema teatro Duomo, mi è capitato di cogliere una fatica condivisa. Quella di sentirsi silenziosi di fronte a un orrore, di andare avanti con le solite cose come se non stesse accadendo nulla. E allo stesso tempo di non sapere “cosa fare”.
Così abbiamo deciso di rompere, se non il silenzio, almeno la routine. Ogni settimana scegliamo un colore diverso per le nostre locandine. Questa settimana ne abbiamo scelti sette: i colori di una bandiera che parla di pace, diritti, umanità. Sappiamo bene che una piccola bandiera non può fermare una guerra. Ma non ci andava di lasciar passare un’altra settimana – la quarta – in silenzio.
Consapevoli di tutti i ma che si possono opporre a questa scelta. Abbiamo tinto di arcobaleno tutto il materiale grafico per i social, ma anche quello esposto nelle bacheche. Perché almeno l’occhio cogliesse una novità, un cambiamento rispetto al tran tran.
Gestiamo un piccolo cinema in centro città. E’ già abbastanza complicato così e forse dovremmo limitarci a fare il nostro lavoro. Ma quello che facciamo ha qualcosa a che fare con le cose in cui crediamo: la speranza, la bellezza, la capacità di costruire qualcosa che rimarrà. Ci sembra, insomma, di non riuscire a gestire un coraggioso cinema e allo stesso tempo tollerare la guerra, il terrorismo e la violenza.
Il “nostro” cinema del resto opera da sempre con questo spirito. L’anno scorso abbiamo, toccati dall’arrivo dei bambini scappati dall’Ucraina, abbiamo offerto tre proiezioni gratuite la domenica mattina ai piccoli di tutte le nazionalità. Abbiamo organizzato eventi con associazioni e organizzazioni umanitarie, per parlare di guerra e pace possibile, di diritti umani e civili, sempre con la leggerezza che proviamo a mettere in tutto. Abbiamo preso parte alle iniziative per la Settimana dei diritti umani, abbiamo ospitato il confronto sul Kurdistan con Zerocalcare e le giornaliste Chiara Cruciati e Rojibin Beritan eil 15 novembre accoglieremo l’attrice Kasia Smutniak con il suo “Mur”, sulla frontiera blindata tra Polonia e Bielorussia.
Ci piace pensare che il nostro pubblico sia fatto di persone perbene, curiose, attive. Che anche loro avessero bisogno di sentire che non si dovrebbero poter bruciare bambini senza che il cielo si muova.
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