Già nelle prime pagine de “Le mille verità” conosciamo Paolo e il suo strano passatempo: scrivere articoli di cronaca inventati di sana pianta, prendendo spunto dalla realtà e stravolgendola con esiti grotteschi. Per poi cestinarli immediatamente dopo averli scritti.
Ne leggiamo una manciata soprattutto nella prima parte del romanzo, dove si racconta di come Paolo combatta così il tedio di fare il giornalista in una piccola città di provincia.
Scriverle è stato divertente, se non altro perché anch’io, come Paolo, mi diverto spesso a scrivere storielle o articoli di cronaca immaginaria, ispirati a ciò che leggo sui giornali. E anche io in genere le cestino, un po’ perché raramente sono pubblicabili, un po’ perché perdono di interesse dopo pochi giorni.
Qualcuna, però, sopravvive e trova spazio in questo blog. Ho chiamato questo filone “Metadone”, piccole storielle per alleviare l’astinenza di chi, dopo avere letto “Le mille verità”, mi ha chiesto di poter leggere ancora storie simili.
Qui sotto l’elenco di quelle pubblicate negli anni, ovviamente in costante aggiornamento, mano a mano che altre mi dovessero venire in mente.
- Troppi turisti, a Venezia arriva il Piano di abbattimento selettivo (Dove si presenta finalmente un piano per gestire il caos nelle città turistiche)
- L’uomo che apparve in 188 concerti, senza saper suonare (Dove conosciamo un tale di nome Osvaldo Zauker, divenuto famoso per…)
- “Vorrei sposare il mio padrone” (Dove un sindaco si trova a dover celebrare un matrimonio che non si sarebbe mai aspettato)
- Lasciami in pace! (Dove un uomo è perseguitato da un insospettabile potente, senza capirne la ragione)
- L’ultima ridotta (Dove l’ultimo partito di sinistra rimasto in Italia discute le strategie per uscire dalla crisi)
- L’event planner pasticcione e il funerale di B. (Dove un event planner troppo zelante si deve occupare del più importante funerale del 2023)
- Come gestire le emergenze senza scontentare la gente (Dove le emergenze vengono finalmente affidate alla “gente” che ne sa)
- La libertà di Antonio di pensarla come gli pare (Dove il piccolo Antonio decide che le mele per lui si chiamano pere)
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