Ho fatto due chiacchiere con Luigi Costato

Nel nuovo numero di REM c’è una mia intervista al presidente della Fondazione Banca del Monte, Luigi Costato, per fare il punto sulla fine del suo mandato.

Per la verità, all’inizio non ero granché entusiasta di dell’idea. Perché in passato su REM ho fatto cose più “esplorative” e creative, mentre qui mi sembrava di fare il classico compitino da giornalista, con poco margine di iniziativa personale e con il rischio di essere banale e un po’ retorico.

Però, da un lato me l’aveva chiesto Sandro Marchioro, a cui difficilmente riesco a dire di no. Dall’altro avevo chiaro in mente che una chiacchierata con Luigi Costato vale sempre la pena farla: perché Costato è persona brillante, ma anche spiritosa, da cui uno o due spunti intelligenti finirai per portarteli a casa.

Provo a farla a modo mio

Dunque, pur con questa idea in testa di stare facendo il compitino per casa, ho provato a fare il compitino al meglio che potevo. Anzi, ad un certo punto mi sono detto: provo a farla a modo mio.

Ad esempio, la prima cosa che volevo evitare era la sviolinata, l’intervista ruffiana, la domanda banale, tipo “Lei che bilancio traccia del suo mandato?” Non puoi dichiarare che combatti da anni la noia e poi infliggere noia e banalità al lettore.

Ho fatto un certo lavoro preparatorio, prima di tirare su il telefono. E sono partito con una domanda impertinente, scommettendo che Costato non si sarebbe offeso.

Domande impertinenti per rompere il ghiaccio

La domanda impertinente era: “Il suo curriculum è già abbastanza ricco. Cosa l’ha spinta a fare anche il presidente della Fondazione Banca del Monte?”. La risposta di Costato è altrettanto, meravigliosamente impertinente: “Per la verità non ero mai stato presidente di una Fondazione, prima”.

Alla fine, sono uscito molto contento dall’intervista. Innanzitutto perché mi è riuscito di non fare una cosa banale, formale, pallosa, celebrativa.

La maggiore soddisfazione è stata trovare un equilibrio tra la figura “importante” di Costato e la necessità di raccontare la Fondazione. Credo anche di essere riuscito a raccontare la Fondazione Banca del Monte e la sua identità: quella di una piccola fondazione, con piccole risorse, ma capace di creare cose importanti e durature per la città.

Nel nuovo numero di REM

L’intervista è nel nuovo numero di REM, che dovrebbe essere in edicola in questa seconda metà di maggio.

In questo numero c’è anche una discreta novità, ben più sostanziosa, per quanto riguarda i miei contributi alla rivista. Ma forse vale la pena approfondirla in un altro momento. L’avete notata?

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