Il libro è ancora vivo

Come ogni primavera, l’editore Paolo Spinello mi ha inviato l’e-mail di rito sui diritti d’autore de “Le mille verità“.

Parliamo di spiccioli, in termini economici, ma i dati di vendita del 2019 e 2020 mi hanno stupito positivamente. Anche qui, parliamo di minuscoli numeri. Ma a me non sono mai piaciute molto le grandi folle anonime: noi pochi, noi felici pochi.

Questa manciata di lettori per me è un gran cosa: ha garantito ad un libro uscito tre anni fa di proseguire ancora la sua vita editoriale, che pure io francamente credevo esaurita da tempo. Detta in modo schietto: davo per scontato che le ultime copie ormai prendessero la polvere in magazzino.

Ed è una gran cosa, dicevo, perché io proprio non riesco ad arrendermi all’idea che un libro sia l’ennesimo prodotto “usa e getta”. Che anche i libri siano espressione di una società del consumo in cui tutto è prodotto alla velocità della luce, per durare un battito di ciglia ed essere sostituito da qualcosa di più nuovo.

Che il romanzo continui ad avere un pur piccolo seguito me lo ha confermato anche una cosa che ho scoperto per puro caso: negli store on line è venduto con la dicitura “Nuova edizione”. Ne deduco (perché in verità non ne sapevo nulla) che è stato ristampato.

Che bello, quindi, questo carsico, sfuggente interesse per “Le mille verità”. E grazie a chi se l’è trovato per le mani, chissà dove e quando, e gli ha dato fiducia.

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