E ora qualcosa di completamente diverso

L’anno scorso mi è venuta voglia di disegnare qualcosa di nuovo, dopo vent’anni che disegnavo un omino biondo che parla con uno scarafaggio.

In effetti, il mio alter ego a fumetti risale più o meno ai primissimi anni del liceo e ho continuato a disegnarlo più o meno identico da allora. Lo scarafaggio è arrivato nel 1997 o nel 1998, protagonista di una serie di strisce che per fortuna stanno in un cassetto e lì rimarranno.

Je sui le scarafòn

Ho rispolverato questo duo quando, anni fa, l’amico Francesco Campi mi chiese di fargli le vignette per rovigoindiretta.it. Mi sembrava una buona soluzione, perché lo scarafaggio occupa poco spazio ed è facile da disegnare: in quella circostanza, più che in altre, a me interessava più la battuta, che il disegno. Il duo ha funzionato bene, tant’è che ne è nata la prima collaborazione con Andrea “Svarion” Barion, per il libro “Scarafaggi”.

Ci ho messo qualche anno a capire perché il mio omino parla con uno scarafaggio, fino a maturare la consapevolezza che il vero alter ego del sottoscritto non era – come si può ingenuamente credere – quel tipo col ciuffo biondo e spettinato, ma proprio l’insignificante e repellente blatta.

Qualcosa di nuovo

Bene, l’anno scorso mi è venuta voglia di disegnare qualcosa di nuovo ed è nato Bartolomeo. Avevo voglia, infatti, di buttare giù una serie di storielle tutte nuove, ma anche sperimentare qualche idea grafica tutta nuova, nei limiti delle mie scarse doti di disegnatore.

L’idea era di semplificare al massimo il tratto e infatti nei primi bozzetti gironzolava un tappetto con la barba, due o tre peli in testa, gli occhiali a nascondere le pupille, un abbigliamento minimale. Poi, lavorandoci con Svarion (che doveva pur colorarlo), Bartolomeo ha preso la forma più o meno definita che si può ammirare oggi. I capelli, ad esempio, sono spariti quasi del tutto.

Chi è Bartolomeo

Alla fine è nato un vecchio tracagnotto, solitario, misantropo e depresso, il cui nome ho pescato a caso dall’albero genealogico di famiglia (il cognome Barbelli, invece, l’ha proposto Svarion). Il personaggio ideale per dare voce ed esorcizzare i cupi stati d’animo del nebbioso inverno polesano.

Bartolomeo vorrebbe essere solo, ma è male accompagnato: i suoi coinquilini sono una serie di strani personaggi, somiglianti graficamente ad una versione abominevole dei Barbapapà, che danno voce ad una serie di spensierati stati d’animo, raramente allegri.

Messa così, pare roba da suicidarsi. Per fortuna Bartolomeo non ci pensa nemmeno, a suicidarsi. Non perché gli dispiaccia morire, ma semplicemente perché non ha così fretta.

L’esordio in edicola

In questi giorni è uscita una piccola anteprima, che è anche un passaggio di testimone, sul blog di REM (www.remweb.it/au-revoir-omino-biondo).

Au revoir biondo

Le prime tre tavole del nuovo corso, invece, usciranno sulla rivista REM cartacea nella settimana del 20 gennaio, se il distributore fa il bravo. Anche questo sarà un piccolo antipasto. Altre storielle usciranno nei prossimi numeri, ma di Bartolomeo ho scritto qualche dozzina di tavole e una trentina sono già disegnate e colorate.

Cosa ne faremo di tutto questo materiale? Noi abbiamo un’idea. Ma ne riparliamo tra qualche mese (il tempo di farci passare l’entusiasmo).

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