Non avevo calcolato una serie di risvolti, quando ho inviato proprio quella vignetta al “concorso” di Medici Senza Frontiere.
Il risvolto principale è che è una vignetta molto “forte”. E’ meno bella di altre, graficamente, ma il messaggio è molto più netto. Il che, secondo me, spiega perché è stata quella più condivisa su Facebook, rispetto ad altre: non perché fosse più “bella” di altre, ma semplicemente perché funzionava benissimo su quel canale.
Il dubbio è quanti poi se la sentiranno di condividere lo stesso messaggio, fuori dal protettivo mondo dei social: in altre parole, quanti se la compreranno. Proprio perché è molto “forte”, in effetti, è per certi versi più impegnativa da indossare di una maglietta con un bel disegno e un messaggio più sfumato. E’ una maglietta piuttosto militante, in effetti.
Ha comunque un indubbio vantaggio: parla al posto tuo. Puoi indossarla e andare in giro a dire come la pensi, risparmiandoti però le solite discussioni, che in genere ti hanno stufato. Per me è una grande sollievo: sta tutto scritto sulla mia maglietta, non chiedetemi altro.
Questo weekend l’ho indossata. Sono certo che un paio di persone l’avranno trovata fastidiosa, ma ho appuntato una serie di reazioni. La ragazza della panetteria ha letto e riso. Il fruttivendolo ha letto e mi ha detto: “Bella maglietta”. Una barista in spiaggia se l’è letta ben bene e ha commentato: “Effettivamente è vero”. C’era altro da aggiungere? No. Infatti poi abbiamo parlato di cazzate.
Pensa quante lunghe e noiose discussioni mi sono risparmiato, sintetizzandole in questi rapidi scambi di battute. Che poi è il motivo principale per cui uno fa vignette, no?
p.s. la maglietta si compra qui.