Il mio ritorno di fiamma per l’indagatore dell’incubo

Ho letto più Dylan Dog nell’ultimo anno, che negli ultimi dieci. E’ un fatto positivo: significa che hanno attirato la mia attenzione.

Benché abbia iniziato a leggere Dylan Dog attorno ai dodici anni, passando diversi anni a recuperare tutti i numeri arretrati, all’incirca dopo il numero duecento avevo smesso di comprarlo.

L’abbandono credo sia in qualche modo fisiologico, con le serie lunghe: cambiano gli autori e cambiamo noi. Come in un rapporto di lunga data, la passione si spegne. Come in un rapporto di lunga data, però, si può tentare di ravvivare la passione, anche solo per qualche volta.

E’ quello che mi sembra stiano facendo da un annetto a questa parte. Come? Provando cose nuove, sperimentando, cercando di attirare l’attenzione e incuriosire. Almeno, questa è la percezione dal punto di vista di un lettore occasionale.

In verità, la curiosità si era riaccesa con quello strano numero, “Dallo spazio profondo”, con cui il curatore Roberto Recchioni annunciava un cambio di passo. A dirla tutta, non bastò ad entusiasmarmi. Intanto, però, aveva attirato la mia attenzione.

mater_dolorosaDi recente, però, nell’anno del trentennale, Dylan Dog ci è riuscito nuovamente. A partire da quel “Mater Dolorosa”, che ha giustamente fatto parlare di sé. Soprattutto per le incredibili tavole di Gigi Cavenago, la storia celebrativa dei trent’anni è una pietra miliare, che andrebbe ristampata in grande formato, per godere la bellezza incredibile dei disegni (e in verità è stato già fatto da Bao Publishing).

E’ seguito lo spiazzante “Dopo un lungo silenzio”, con il ritorno di Tiziano Sclavi. Anche questa storia non poteva non attirare la mia attenzione, con quella copertina bianca che continua a sembrarmi in perfetta sintonia con una storia malinconica e amara.

Mi ero distratto nuovamente, quando è arrivato il folle crossover tra Dylan Dog e Dampyr, serie del quale, invece, non ho perso un numero dall’uscita. Con Dampyr è facile: è una vera e propria saga, che riesce a tenere accesa la curiosità di sapere come andrà avanti, quanto basta per sopravvivere anche ad alcune storie non particolarmente riuscite.

Sono, dunque, un caso forse minoritario di lettore di Dampyr che ha comprato Dylan Dog per l’occasione. Non ne sono rimasto deluso, anche perché la storia “Arriva il Dampyr” sembra, in realtà, una storia di Dampyr raccontata dal punto di vista di Dylan Dog, con un effetto straniante, ma divertente. Un’operazione riuscitissima: non mi dispiacerebbe rivedere le due storie racchiuse in unico volume. Magari ci stanno già pensando.

1501677599230.jpg--la_fiamma___dylan_dog_373_cover.jpgNeanche il tempo di riprendere a poltrire, che arriva l’annuncio di un numero sceneggiato da Emiliano Pagani e disegnato da Daniele Caluri, gli adorabilissimi autori del feroce Don Zauker e del divertentissimo Nirvana. Uscirà il prossimo mese e, ahimè, dovrò fargli spazio in libreria.

Senza contare che ad ottobre danno in uscita una serie di numeri speciali, dedicati a Groucho e realizzati da autori del calibro di Artibani, Cavazzano, Zerocalcare, Ortolani, Rincione.

Al di là delle storie, è molto appassionante osservare quanto sta accadendo su Dylan Dog e questa strategia di rilancio del rapporto tra Dylan e i suoi lettori è sicuramente un interessante oggetto di studio, da cui imparare molto su come si produce e diffonde una serie a fumetti, sfidando difficoltà e cambiamenti con un entusiasmo che talvolta risulta perfino contagioso.

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